Resilienza: capacità di resistere e di reagire di fronte a difficoltà, avversità, eventi negativi.

Tempra: complesso delle qualità e delle doti fisiche, psichiche, morali di una persona; costituzione fisico-psichica, soprattutto in quanto sia forte e salda.

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Resilienza e tempra sono concetti importanti nell’ambito cinofilo poiché riflettono le qualità e la capacità dei cani di affrontare sfide e situazioni stressanti. 

Ecco un confronto introduttivo tra queste due definizioni:

RESILIENZA

  1. Indica la capacità del cane di resistere e reagire in modo efficace di fronte alle difficoltà quotidiane.
  2. Si riferisce alla capacità di mantenere un equilibrio emotivo e di ritornare ad un atteggiamento positivo nonostante le avversità.
  3. Una buona resilienza porta il cane a recuperare rapidamente da esperienze negative, adattandosi ai cambiamenti e mantenendo un atteggiamento positivo.

TEMPRA

  1. Si riferisce al complesso delle qualità fisiche, psichiche e morali di un cane, incluse la forza mentale e la determinazione nel gestire situazioni difficili.
  2. Riflette la costituzione fisico-psichica del cane, evidenziando la sua forza e solidità.
  3. Una buona tempra influisce positivamente sul modo in cui un cane affronta le sfide, mostrando determinazione e fermezza in situazioni complesse.

Anche se questi 2 termini potrebbero sembrare sinonimi, è importante coglierne le sottili differenze quando lavoriamo in ambito comportamentale con il nostro amico a 4 zampe, specie se stiamo cercando di aiutare un cane che soffre di problemi legati alle reattività o, addirittura, alle fobie.

REATTIVITÀ

Gestire la reattività di un cane durante le passeggiate può essere una sfida, specialmente quando ci si trova nel caotico frastuono dell’ambiente urbano.

È importante adottare una mentalità consapevole per affrontare i momenti di tensione, a volte continui, che si creano.

La reattività, anche in forma aggressiva, può derivare da scarsa comprensione, paura e/o esperienze passate.

Alcuni cani potrebbero manifestare reattività nei confronti di altri cani, persone o cose, a causa di preferenze individuali o traumi passati. 

Il ruolo del proprietario è quello di individuare tali preferenze e cooperare con il cane per soddisfare le esigenze ed i bisogni di tutta la bolla famigliare.

Le punizioni non sono efficaci nel trattare la reattività nei cani e potrebbero addirittura peggiorare la situazione.

Un approccio basato sulla forza o sulla paura potrebbe generare ansia e aumentare le risposte reattive; è sempre importante affrontare le cause sottostanti al comportamento adottato dal cane.

La tensione e l’ansia umana possono influenzare direttamente il comportamento del cane.

Mantenere la calma e gestire le proprie aspettative può contribuire a creare un ambiente più equilibrato durante le passeggiate.

L’osservazione e la raccolta di informazioni, uniti ad un approccio empatico, sono fondamentali per comprendere e gestire il comportamento reattivo dei cani.

Osservare attentamente l’ambiente circostante ed offrire al cane scelte ragionate, grazie ad un’adeguata comunicazione reciproca, può aiutarvi a gestire la reattività del cane durante le passeggiate quotidiane.

QUESTIONE DI SCELTE

Nonostante offriamo ai nostri cani una casa amorevole, spesso hanno poche scelte.

Non possono decidere la loro routine quotidiana, il cibo che mangiano, quando uscire a passeggio o se desiderano cambiare la propria situazione, come ad esempio una relazione abusiva.

Questo può limitare la loro espressione individuale e il benessere complessivo.

Fortunatamente, si sta assistendo ad un cambiamento positivo grazie ad un crescente riconoscimento dei diritti dei cani, di esprimere la propria individualità e di fare richieste importanti per il loro benessere.

Si sta progressivamente abbandonando il concetto di “obbedienza” a favore di un’educazione basata sulla comunicazione reciproca, l’empatia e la ricerca scientifica, incoraggiando i cani ad essere sempre più loro stessi.

È cruciale acquisire la capacità di riconoscere e rispettare i segnali e le preferenze dei cani, evitando di sovrastare troppo la loro autonomia.

Interpretare correttamente i segnali non verbali dei cani, basati sulla comunicazione della loro specie, può risultare complesso per noi primati, poiché le nostre 2 modalità comunicative sono evolutivamente differenti.

Le interazioni umane possono influenzare significativamente la reattività dei cani, ad esempio: gesti improvvisi come toccarli inaspettatamente possono attivare il loro sistema nervoso simpatico in modo indesiderato.

Ogni cane ha una propensione individuale al contatto fisico.

Alcuni amano essere toccati e richiedono frequentemente il contatto, altri preferiscono evitarlo, mentre altri, ancora, adorano intense sessioni di coccole con i famigliari più intimi ma rifiutano categoricamente il contatto da chiunque altro.

È importante proteggere il cane dalle mani vaganti e rispettare la sua volontà di non essere toccato da persone non familiari.

Toccare un cane senza il suo consenso può causare una risposta emotiva tesa e alimentare la sua reattività.

Dare al cane la possibilità di allontanarsi dalla fonte della paura o di concentrarsi su qualcos’altro a una distanza confortevole è cruciale per aiutarlo ad imparare a mantenere l’equilibrio psico-fisico.

Questa scelta consente al cane di gestire meglio la propria ansia e paura, riducendo il rischio di comportamenti reattivi.

L’approccio diretto, al guinzaglio, in situazioni stressanti può aumentare la sensazione di vulnerabilità del cane e portarlo a reagire in modo difensivo.

La restrizione fisica può causare tensione e stress, oltre che rendere confusa e fraintendibile la comunicazione con i suoi simili, pertanto è importante evitare di trattenere eccessivamente il cane in queste situazioni.

Invece di avvicinarsi direttamente a situazioni potenzialmente stressanti, è utile adottare strategie alternative, come cambiare direzione, offrire distrazioni o aumentare la distanza, per consentire al cane di gestire la situazione in modo meno stressante.

La sicurezza del cane e del proprietario è di fondamentale importanza, pertanto è consigliabile evitare situazioni esplosive e adottare approcci empatici che favoriscano il benessere e la tranquillità del cane.

STRATEGIE COMPORTAMENTALI

Le strategie comportamentali adottate dai cani sono legate alle loro risposte emotive e rappresentano il modo in cui imparano ad affrontare le diverse situazioni.

Queste strategie possono essere influenzate da esperienze passate e possono variare in base agli stimoli scatenanti e alle emozioni coinvolte.

Ogni risposta emotiva ha un suo “percorso neurale” nel cervello del cane, che viene attivato in base ai diversi stimoli presenti nell’ambiente.

Un cane può mostrare comportamenti diversi in base ai fattori scatenanti, nonostante le situazioni possano sembrare simili, a noi umani.

Ad esempio, il nostro compagno peloso, potrebbe reagire positivamente e gioiosamente all’incontro con un amico cane, mentre potrebbe mostrare segni di paura o difesa di fronte a un cane sconosciuto con un linguaggio corporeo confuso.

Le esperienze passate influenzano le strategie comportamentali del cane.

Ad esempio, se un cucciolo ha un’esperienza spaventosa con un bambino, potrebbe svilupparsi in un cane adulto che abbaia quando si trova di fronte a qualsiasi essere umano estraneo.

I comportamenti che il cane mette in pratica quotidianamente vengono rinforzati nel tempo in base alla percezione del cane su come affrontare le situazioni.

Se una strategia funziona nel cambiare l’ambiente a suo favore, sarà più propenso a ripetere quella strategia in futuro.

In pratica, se l’abbaiare ha avuto successo nel far allontanare una fonte di stress, il cane potrebbe adottare questa strategia in situazioni simili in futuro.

Un’adeguata comprensione del comportamento del cane può contribuire a sviluppare strategie di gestione e adottare approcci appropriati per favorire il suo benessere emotivo.

ATTENTI AI BIAS

Il bias negativo, o l’aspettativa del peggior risultato possibile, ha avuto un ruolo critico nell’evoluzione per assicurare la sopravvivenza degli animali.

Un animale che vede pericoli ovunque ha maggiori probabilità di sopravvivere rispetto a uno che non riconosce i potenziali pericoli.

Questo bias negativo, sebbene sia stato utile nella sopravvivenza, può causare problemi nello stile di vita moderno, portando a stress e paura delle minacce percepite anche quando il pericolo reale è minimo.

Queste distorsioni, positive e negative, nelle risposte emotive dei cani possono influenzare notevolmente il modo in cui i nostri cani reagiscono ai fattori scatenanti nella quotidianità.

Il bias positivo si traduce nell’aspettarsi il miglior risultato possibile da una situazione.

I cuccioli solitamente mostrano un atteggiamento positivo se sono stati allevati senza bisogno di avere paura, vedendo gli estranei come amici potenziali.

I cani ricchi di bias positivi tendono ad essere più calmi, ottimisti ed aperti nelle interazioni sociali. 

I cani con numerosi bias negativi possono reagire rapidamente, entrando in modalità di sopravvivenza (lotta, fuga o paralisi) in maniera molto più impulsiva di fronte a fattori scatenanti percepiti come pericolosi.

È possibile osservare se un cane ha aspettative positive o negative, rispetto a qualsiasi cosa, in base alle sue reazioni e al suo atteggiamento.

I cani che mostrano rilassatezza di fronte a potenziali stimoli e situazioni nuove, manifestano un bias positivo, mentre quelli che reagiscono con tensione, irrigidimento muscolare, o altri segnali di stress mostrano un bias negativo.

È possibile porci l’obiettivo di creare pregiudizi positivi nel nostro cane, aumentando il tempo a disposizione per il processo decisionale, sfruttando la distanza e consentendogli di fare scelte più misurate riguardo al proprio comportamento nel contesto.

Per non lasciarsi abbattere occorre sviluppare la capacità di “risalire” attivando risorse interne ed esterne, tra cui l’individuazione di persone giuste di cui circondarsi, la scelta di opporsi con fiducia in se stessi ai condizionamenti di ciò che accade, infine la capacità di trasformare un’esperienza avversa in opportunità di crescita e rafforzamento.

La resilienza – di Domenico Di Lauro, Xenia Edizioni (2012)

RESILIENZA NATURALE E APPRESA

La resilienza è stata studiata a lungo da psicologi e medici nel contesto della salute e del benessere umano.

Ci sono studi in corso anche sulla resilienza dei cani e possiamo apprendere da ricerche pubblicate sull’argomento per comprendere meglio come supportare il nostro compagno animale.

La teoria dei tratti suggerisce che la resilienza sia influenzata dall’eredità genetica.

Ad esempio, alcuni individui possono avere una variante del gene 5HTT che porta a una produzione naturale più elevata di serotonina, consentendo loro di rimanere calmi e rilassati durante i momenti difficili.

Altri, invece, potrebbero avere una variante del gene 2-adrenorecettore, che porta a un’eccessiva produzione di adrenalina, rendendoli più reattivi agli stimoli stressanti nell’ambiente.

È interessante notare come la teoria dei tratti fornisca un’ulteriore comprensione della resilienza, evidenziando il ruolo dell’eredità genetica e della chimica cerebrale nell’adattamento al cambiamento del nostro cane.

È importante però sottolineare che, come nel caso della personalità e dell’educazione, solo una parte del comportamento di un cane ha una base genetica.

Esistono molti altri fattori che contribuiscono a formare la capacità di far fronte alle situazioni difficili, come ad esempio il senso di protezione: quando un bambino è completamente protetto dai genitori mentre cresce, impara ad affrontare le sfide in modo resiliente; questa protezione fornisce una guida di crescita in un ambiente sicuro.

Nell’ambito canino, la protezione corrisponde ad un eccellente allevamento e socializzazione durante la prima crescita e i periodi sensibili.

Questo tipo di sostegno e protezione durante la fase di crescita contribuisce alla formazione di una resilienza sana nei cani.

È importante riconoscere che la protezione e il sostegno durante la crescita svolgono un ruolo significativo nello sviluppo della resilienza, sia negli esseri umani sia nei nostri cani.

Il contesto di crescita e le esperienze vissute giocano un ruolo cruciale nel plasmare la capacità di far fronte agli eventi stressanti e alle sfide della vita.

La capacità di apprendimento gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo della resilienza nei cani, in quanto consente loro di acquisire fiducia e sviluppare la capacità di far fronte alle sfide quotidiane.

Migliorare la resilienza naturale di un cane richiede una gestione attenta dell’esposizione al fattore di stress, ad un livello che il cane può affrontare in modo sano.

È cruciale saper leggere attentamente i segnali ed i comportamenti del cane per comprendere il suo livello di tolleranza.

È importante evitare metodi dannosi come il “flooding”, che consiste nel sopraffare il cane con uno stress acuto ed un’eccessiva esposizione a situazioni stimolanti, che potrebbero causare stress cronico nel lungo termine.

STRESS QUOTIDIANI

resilienza

La resilienza dei cani può essere fluida lungo tutta la loro vita.

Ad esempio, un cane che una volta era fiero e coraggioso potrebbe sviluppare problemi articolari legati all’età, che influenzano e cambiano i suoi comportamenti in determinate situazioni; alcuni cani sono più resilienti in ambienti conosciuti e più ansiosi quando si trovano in situazioni nuove.

È possibile individuare la personalità e le preferenze individuali del cane osservandolo nel suo ambiente quotidiano attuale.

È essenziale riconoscere la soglia di stress a cui esponiamo quotidianamente il nostro cane e comprenderne le reazioni, evitando di occorrere in eccessi e provocare una reazione esplosiva.

Il riconoscimento e la gestione della bolla di sicurezza del cane, ossia la distanza entro cui può essere esposto ad uno stimolo senza reagire, è fondamentale per mantenere un ambiente equilibrato durante le passeggiate e le interazioni con ciò che ci circonda.

La soglia di stress necessaria a far reagire un cane non è fissa, poiché dipende dalla resilienza, e può essere modificata.

Attraverso un processo graduale e delicato, è possibile aiutare il cane a estendere la propria bolla di sicurezza, fornendogli un ambiente in cui si senta al sicuro da disregolazioni ormonali dovute a risposte emotive fuoriluogo.

Creare un ambiente equilibrato e offrire al cane delle scelte responsabili può aiutarlo a sentirsi sicuro nel mondo, contribuendo a modificare il suo comportamento nel tempo.

In ambito sportivo-agonistico è preferibile lavorare con un cane dotato di ottima resilienza, concentrandosi sulla tempra per potenziare la sua forza fisico-psichica e determinazione, al fine di raggiungere una soluzione precisa. 

D’altro canto, in ambito comportamentale, è essenziale focalizzarsi sulla resilienza per gestire la reattività e le fobie del cane, senza necessariamente avere una soluzione definitiva ma piuttosto una soluzione funzionale per il cane e il suo compagno umano. 

Impegnarsi per aumentare la tempra di un cane reattivo e con problemi di gestione potrebbe risultare inutile e, al contrario, causare ulteriore stress all’animale; quindi valuta sempre, quando vuoi lavorare con il tuo cane, qual è l’ambito in cui stai operando.

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