ansia da separazione

L’ansia da separazione è un meccanismo evolutivo naturale che protegge gli individui giovani, o meno esperti, dal pericolo reale di restare soli o allontanarsi troppo dall’ambiente protettivo.

L’ansia deriva dall’aspettativa del pericolo e non richiede necessariamente uno stimolo presente nell’ambiente per essere provata: può essere causata da vari fattori e può manifestarsi come un ciclo di risposte tra angoscia e paura, rendendo difficile per il cane riprendersi.

Spesso il trattamento viene ritardato fino a quando i sintomi non diventano estremi, come minzioni incontrollate o altri comportamenti problematici.

Quando ci prepariamo ad un percorso di riabilitazione comportamentale, con il nostro cane, è essenziale tenere presente che la scienza comportamentale si fonda sui fatti: è importante comprendere le fonti di stress per i nostri cani, valutarne il livello e interpretare il loro linguaggio corporeo attraverso una comunicazione efficace.

Essere in grado di comprendere i segnali, inviati dal nostro amico a 4 zampe, ci mette in una posizione migliore per fornirgli aiuto.

L’ansia da separazione è uno fra i problemi comportamentali più difficili da affrontare per le famiglie interspecie, in particolare senza l’aiuto di un professionista esperto.

Stando a Flannigan e Dodman (2001) questa patologia è stata diagnosticata tra il 20% e il 40% dei cani sottoposti a pratiche di rieducazione comportamentale in tutto il Nord America; ad aumentare le difficoltà, ci sono molti equivoci comuni intorno a questa condizione.

 

LASCIARE LA TV O LA RADIO ACCESA

La TV e la radio non sono una buona scelta da lasciare accese per tenere compagnia ad un cane che soffre d’ansia da separazione.

La programmazione e gli spot pubblicitari potrebbero includere suoni che attivano le risposte emotive del tuo compagno peloso.

A volte viene consigliato l’utilizzo strumenti come un apparecchio per il rumore bianco, pensato per proteggere il cane da potenziali disturbi esterni che non possiamo controllare, ad esempio un cane sensibile ai rumori condominiali.

L’ansia da separazione si relaziona comunemente con la fobia del rumore.

Il mascheramento del suono è un sistema che può aiutare a mitigare i suoni che provocano paura in coloro che ne sono sensibili, ma richiede una selezione sistematica in base alle frequenze che disturbano il cane.

Non sono necessari suoni per tenere compagnia al cane, anzi potrebbero essere controproducenti.

Se risulta necessario avvalersi di un sistema di mascheramento, ciò dovrebbe essere fatto in sinergia con un professionista esperto in riabilitazione comportamentale, per non correre il rischio di spaventare il cane stesso.

UTILIZZARE CIBO, SNACK O MASTICATIVI

Kong© congelati, corno di cervo, legno di caffè e palline ripiene di tutti i tipi sono i pilastri di molti percorsi educativi con il cane.

L’unico momento in cui non sono strettamente necessari ma possano essere, addirittura, controproducenti è nelle prime fasi di un percorso riabilitativo legato all’ansia da separazione.

Ci sono molti problemi che possono insorgere quando utilizziamo il cibo, o altri strumenti correlati, nel nostro protocollo riabilitativo.

Alcune ricerche – Herron et al. 2014 – suggeriscono, in realtà, che potrebbe essere controproducente. 

Quando iniziamo un percorso comportamentale, per aiutare il nostro cane ad affrontare le difficoltà legate all’ansia da separazione, è molto importante concentrarsi sulla sua comunicazione non verbale: cogliere i segnali di disagio, del nostro compagno peloso, è il primo passo per strutturare una terapia, passo dopo passo, adeguata.

Se lasciamo il cane solo con del cibo potremmo falsare la lettura emozionale: molti cani mangiano quando vengono lasciati soli, ma nel momento in cui l’alimento è finito, iniziano a farsi prendere dal panico.

Non possiamo pensare di affrontare un percorso in maniera sistematica se il cane riesce a gestire la sua emozionalità entro i 15 minuti, ma esplode al minuto 16.

Il cibo è semplicemente una distrazione per il cane, potente ma comunque una distrazione. 

Questa lettura non organica del tempo trascorso da soli può creare confusione: non possiamo stabilire con certezza che il cane sia a suo agio solo perché sta mangiando il cibo all’inizio di un’assenza.

Un cane che mastica può apparire contento o tranquillo, ma mangiare non è di per sé sufficiente a dimostrare il suo equilibrio ormonale ed emotivo, in particolare quando compaiono indicatori di ansia nel momento in cui il cibo è finito.

Alcuni cani sono in grado di sgranocchiare un Kong© mentre pigolano, allo stesso tempo.

Gli individui fissati sul cibo possono entrare in conflitto con le motivazioni che li spingono a provare ansia, mostrando segnali evidenti mentre mangiano.

L’utilizzo di giocattoli alimentari, per tenere impegnato il nostro compagno peloso quando dobbiamo uscire, può facilmente diventare un’arma a doppio taglio: il processo di associazione cibo -> assenza -> ansia può essere rapido.

In pratica, il masticativo diventa un indizio, che annuncia al nostro compagno peloso: “Io vado, ti lascio solo”; dopo qualche ripetizione, il cane andrà in ansia preventiva non accettando più suddetto masticativo.

Spesso, noi umani, reagiamo al rifiuto del cane presentandogli una nuova alternativa più “golosa” ed iniziamo, col massimo delle buone intenzioni, un ciclo di rifiuto del cibo; alcuni cani possono arrivare all’estremo e cominciare a rifiutare qualunque tipo di alimento in qualunque momento della giornata, costringendovi ad imboccarli quando necessario.

L’utilizzo di giochi alimentari e masticativi in altri momenti, al di fuori dell’assenza, è quasi sempre un’ottima idea, tuttavia i cani sono maestri in “discriminazione”: sanno distinguere molto bene quando gli dai un osso, in pigiama e ciabattine, seduto sul divano, rispetto a quando indossi le scarpe “buone”, tenendo in mano le chiavi, etc…

Non dimenticare, inoltre, il fattore tempo: se oggi il cane finisce l’osso in un’ora domani potrebbe metterci meno.

Sul lungo periodo, potremmo trovarci in difficoltà ad aiutare il nostro amico a 4 zampe ad allungare i tempi di gestione dell’emozionalità.

I giocattoli alimentari sono fantastici e, se gestiti correttamente, possono essere un valido aiuto in diverse situazioni.

È raccomandabile introdurli in fasi avanzate del percorso riabilitativo, quando il nostro cane ha raggiunto maggiori competenze nella gestione dell’ansia da separazione.

LASCIARGLI INDUMENTI USATI

Ci sono molti post sui social network che consigliano di lasciare magliette, calzini, o indumenti vari, impregnati del proprio odore.

I più fantasiosi propongono, addirittura, l’utilizzo di supporti morbidi come cuscini, creando una sorta di fantoccio.

Il fatto è che tutta la casa è impregnata del tuo odore.

Come per i suoni, il cibo, e molti altri rimedi improvvisati, le capacità sensoriali discriminative del tuo cane gli consentono di capire certe situazioni e contesti in modo ottimale, .

NON MENTIRE AL CANE

Molti modi pensati per cambiare il comportamento dei nostri cani, consistono nel cercare di distrarli o mentirgli.

Le intenzioni sono generalmente buone, un percorso riabilitativo, passo dopo passo, può richiedere tempo ed è nella natura umana cercare vie più rapide.

Potremmo sostenere che mentire ai nostri amici a 4 zampe comporta una questione morale, ma c’è una ragione più immediata per evitarlo: non funziona.

Il naso e l’udito del cane sono superbi.

Il tuo amico a 4 zampe riconosce, perfettamente, la differenza tra l’odore di una maglietta che indossavi ieri e il “te” presente, in carne ed ossa, che respira; 

Non dimenticare, inoltre, che emani svariati ormoni in maniera costante, in base alle emozioni che provi; per capire il tuo grado di agitazione, al tuo compagno peloso, basta tendere l’orecchio e ascoltare il tuo ritmo cardiaco, è accellerato rispetto al solito?

Stiamo cercando di convincere il nostro cane a non accorgersi che non ci siamo più, invece di aiutarlo ad imparare come gestire le sue emozioni.

Non mentire mai al tuo cane.

Non funziona.

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