Nel mondo dei cani, il linguaggio e la comunicazione sono prevalentemente olfattivi, una realtà molto distante dalla nostra percezione come esseri umani.
Queste differenze fondamentali spesso portano a una comunicazione inefficace tra noi e il nostro fedele amico a 4 zampe, con conseguenze che variano da fastidiose a potenzialmente pericolose.
Molte di queste sfide comunicative derivano dalla mancanza di comprensione dei processi di apprendimento degli animali.
Lavorare come educatore cinofilo non è intuitivo: il ruolo da mediatore tra cani e umani richiede una comprensione approfondita dei comportamenti e degli stili comunicativi di entrambe le specie.
Queste difficoltà nella comunicazione fra cani e umani sono il risultato delle differenze sostanziali nei comportamenti delle due specie.
I cani non sono gli unici protagonisti di questa relazione: anche noi siamo animali, portatori di un bagaglio biologico che si è formato nel corso del nostro lungo viaggio evolutivo.
Nessuno di noi entra in relazione con un cane senza il peso dell’eredità della nostra storia naturale.
Pur condividendo molte somiglianze, noi e i nostri cani, parliamo un “linguaggio” proprio, e molte sfumature si perdono durante il processo di traduzione fra le due diverse specie.
I cani appartengono alla famiglia tassonomica dei canidi, che include lupi, volpi e coyote; dal punto di vista genetico, i cani sono essenzialmente lupi.
Lupi e cani condividono così tanto del loro patrimonio genetico che è quasi impossibile distinguerli.
Lo studio del comportamento dei lupi ci ha permesso di comprendere meglio i segnali che i nostri coni domestici ci inviano, come abbassare le orecchie o leccarci il viso.
Tuttavia, in un altro senso altrettanto importante, i cani non sono esattamente come i lupi.
I cani domestici sono meno timidi, meno aggressivi e più addestrabili rispetto ai loro parenti selvatici.
Raymond e Lorna Coppinger nel loro libro “Dogs” scrivono: “I cani possono anche essere strettamente imparentati con i lupi, ma ciò non significa che si comportino come lupi. Le persone sono strettamente imparentate con gli scimpanzé, ma questo non ci rende una sottospecie di scimpanzé, né significa che ci comportiamo come scimpanzé.”
HOMO SAPIENS
Le prospettive di canidi e primati sono entrambe essenziali, quindi è utile saper osservare cos’è condiviso e cos’è diverso tra lupi e cani, ma questo vale anche per il nostro comportamento: ci comportiamo come scimpanzé in molti modi e, naturalmente, in altri modi no.
Per decenni, gli scienziati hanno trovato utile confrontare il comportamento umano con quello degli altri primati.
Questo confronto è stato al centro di molte discipline, dall’antropologia, all’etologia e alla psicologia comparata.
Umani e scimpanzé condividono il 98% del loro DNA, quindi abbiamo molto da guadagnare nel comprendere noi stessi come esseri simili a questi primati permalosi, giocosi e amanti del dramma.
Più apprendiamo sulla biologia, più scopriamo quanto siamo vicini alle altre specie.
Scimpanzé, bonobo ed esseri umani sono animali intelligenti con un sistema sociale complesso; hanno lunghi periodi di apprendimento e sviluppo, richiedono un notevole investimento da parte dei genitori e presentano tendenze comportamentali comuni in determinati contesti.
Ognuna di queste specie si relaziona ai propri simili con gesti di affetto, come baci, abbracci e persino tenendosi per mano.
Grazie agli sforzi di innumerevoli ricercatori sul comportamento animale, abbiamo acquisito una profonda comprensione di come i primati esprimano affetto attraverso il contatto ventrale, ossia pancia a pancia.
Jane Goodall descrive i saluti tra scimpanzé familiari che comprendono inchini, accovacciarsi verso terra, tenersi per mano, baciarsi, toccarsi, abbracciarsi e accarezzarsi.
Frans de Waal racconta di scimpanzé esuberanti che si baciano, si abbracciano e si danno pacche sulle spalle quando vengono rilasciati in un grande recinto all’aperto, dopo un lungo inverno, e si abbracciano per consolarsi reciprocamente dopo una lotta snervante che ha sconvolto l’intero gruppo.
Anche i bonobo si baciano quando sono eccitati, per riconciliarsi dopo tensioni sociali o litigi, e per salutarsi dopo le assenze.
Scimpanzé, bonobo e umani sono gli “abbracciatori” del regno animale, si stringono l’uno all’altro quando sono eccitati, felici, ansiosi o perfino terrorizzati.
Altri primati, come i babbuini e i gorilla, manifestano affetto in modi diversi: i babbuini amici intimi si abbracciano l’un l’altro in segno di affetto reciproco e i gorilla trascorrono molto tempo in contatto fisico, ma non si abbracciano così frequentemente come gli umani, gli scimpanzé e i bonobo.
In tutte le specie di scimmie, le madri e i piccoli trascorrono lunghi periodi in un abbraccio reciproco, mentre i nostri bambini umani crescono pancia a pancia e faccia a faccia per gran parte dei loro primi anni.
“Siamo solo discendenti avanzati delle scimmie su un pianeta minore di una stella nella media. Ma possiamo capire l’Universo. Questo ci rende qualcosa di molto speciale.” – Stephen Hawking
CANIS LUPUS FAMILIARIS
Come abbiamo già affrontato, il nostro compagno peloso appartiene alla famiglia tassonomica dei canidi.
I cuccioli nascono ciechi, sordi e incapaci di regolare la temperatura corporea, trascorrendo le prime 3 settimane a dormire, avvinghiati l’uno all’altro, per la maggior parte del tempo.
La stimolazione tattile, derivata dalle ore di nanna con i fratelli, è fondamentale per una corretta maturazione sensoriale del cane.
I cuccioli figli unici, o separati dalla madre e dai fratelli entro i 60 giorni di vita, sviluppano spesso reazioni di disagio, fastidio e/o aggressività legati al contatto fisico.
Un cucciolo che non riceve una corretta socializzazione al contatto fisico può, velocemente, trasformarsi in un adulto che rifiuta di essere manipolato dagli esseri umani.
La socializzazione è un aspetto critico dello sviluppo di un cucciolo.
Un allevatore etico inizierà a socializzare i propri cuccioli fin dalla tenera età: li esporrà a diversi luoghi, suoni, animali, persone ed esperienze per aiutarli a diventare cani ben adattati nel mondo.
Prima di adottare un cane, informati sul programma di socializzazione che è stato portato avanti in base alla sua storia individuale e, soprattutto, chiedi suggerimenti per continuare il processo a casa.
Se il tuo cane, in qualunque fase di vita, dà segni di insofferenza al contatto fisico è consigliabile farsi aiutare da un professionista, esperto in comportamento e comunicazione canina.
REATTIVITÀ AL CONTATTO FISICO
Gli esseri umani sono primati e i cani sono canidi.
Quindi noi, esseri umani, discendiamo da un animale permaloso, afferrante, che usa il contatto fisico per tranquillizzare chi gli sta intorno; mentre i cani discendono da un animale che comunica in modo molto diverso, toccandosi solo in momenti di stretta intimità, consenso o aggressività.
Il tocco è un elemento cruciale nella relazione con i cani e la sua gestione influisce notevolmente sul loro benessere emotivo e comportamentale.
Ogni cane ha una diversa propensione al contatto fisico: alcuni amano essere toccati e richiedono frequentemente carezze, mentre altri preferiscono evitarlo e chiedono qualche coccola solo occasionalmente.
È fondamentale ascoltare i segnali del nostro cane e rispettare il suo consenso riguardo al contatto fisico.
Toccare un cane senza il suo consenso può metterlo a disagio, attivando un processo ormonale che porta ad una risposta nervosa.
Se una risposta emotiva viene ripetuta nel tempo, si creerà un’aspettativa negativa nei confronti del contatto fisico.
Quando un cane sensibile al contatto fisico non viene correttamente tutelato, potrebbe assumere comportamenti reattivi, anche aggressivi.
Un cane che non ama essere toccato sperimenta una disregolazione ormonale costante e potrebbe estendere le sue aspettative negative al contesto generale.
In pratica, aumenta il suo senso di disagio nel mondo, anche rispetto a cose verso cui non aveva mai reagito prima, ad esempio altri cani.
Non importa la sensazione di minaccia che percepiamo noi umani, il contatto fisico indesiderato può mandare un cane in un tumulto ormonale che dura per ore.
Un cane che si sta godendo una coccola di solito mostra un rilassamento muscolare e si appoggia alle mani mentre lo toccano; il viso e gli occhi diventeranno morbidi e non dovrebbe esserci nessuna tensione muscolare nel corpo o nell’espressione facciale.
Un cane preoccupato, ansioso o che non accoglie il contatto diventerà teso, si leccherà le labbra, girerà la testa e forse sbadiglierà, mentre una scarica di adrenalina viene rilasciata nel suo corpo.
S.O.S. MANI VAGANTI
Il cane moderno è stato creato per avere bisogno di essere toccato, ad esempio la toelettatura e la cura del pelo sono imprescindibili in alcune razze; tuttavia, è importante considerare l’esperienza del cane nell’essere manipolato e rispettare le sue esigenze individuali.
È importante proteggere il cane dalle mani vaganti degli estranei e rispettare la sua volontà di non essere toccato da persone non familiari; è un fenomeno interessante che le persone si avvicinino a cani sconosciuti con le mani tese.
Anche quando un cane ringhia e mostra i denti molte persone perseverano, dando per scontato che il cane nervoso si calmerebbe se solo riuscissero ad avvicinarsi abbastanza da toccarlo e quindi confortarlo… molto primate.
Aiutare i cani timidi a sentirsi a proprio agio con gli estranei insegna quanto sia radicato il nostro comportamento di saluto.
Nelle fasi iniziali del trattamento per i cani timidi, è fondamentale che le persone interrompano l’approccio molto prima che il cane si senta a disagio.
Tuttavia, l’impulso di trovarsi faccia a faccia con un cane, di allungare la mano e toccarlo è così potente che per alcune persone è letteralmente travolgente.
Sembra che non riusciamo a fermarci davanti a quel bisogno irresistibile di allungare le zampe, bisogno che non è venuto dal nulla: allungare la mano e accarezzarsi dietro la testa è un segno di affetto comune in molti primati, scimpanzé e umani compresi.
Non importa cosa dici, e non importa cosa dice la persona con cui stai parlando: l’azione di muoversi direttamente verso un cane e tendere una mano in segno di saluto è così innato che spesso è necessario impedire fisicamente agli esseri umani di farlo.
Secondo Patricia B. McConnell: raggiungere e toccare qualcuno è più di un semplice jigle pubblicitario; tendere la mano e toccare sono aspetti profondamente radicati del nostro comportamento sociale.
Proprio come le persone, i cani hanno personalità uniche ed ognuno di loro ha avuto svariate esperienze di apprendimento: non possiamo pretendere che tutti i cani siano educati come vorremmo, proprio come non tutti gli esseri umani lo sono.
Guardare direttamente negli occhi un cane sembra una cosa gentile e amichevole da fare, è così che tutti salutiamo le persone che ci piacciono davvero.
Nella società dei cani, invece, sarebbe la scena di un film horror di fantascienza: non potresti essere più scortese con un cane, a meno che non ti avvicini e lo mordi.
Noi primati ci salutiamo con approcci frontali, allunghiamo le zampe anteriori e stabiliamo un contatto diretto, faccia a faccia.
Questa tendenza è così forte che i passanti si allungano verso un cane muscolarmente teso e con le zampe rigide, anche se ringhia sommessamente, anche se il proprietario grida: “Per favore, non accarezzare il mio cane! Non è bravo con gli estranei!”.
Il mondo è pieno di sfortunati proprietari di cani che cercano inutilmente di impedire ad altri esseri umani di fare qualcosa che viene tremendamente naturale: il nostro modo innato di salutare gli altri è così forte che può prevalere sui segnali chiari che ci dicono di fermarci.
Non tutti questi problemi di traduzione portano a situazioni pericolose, spesso ci limitiamo a confondere i nostri cani o a minare i nostri sforzi di educarlo.
Siamo semplicemente noi stessi e, proprio come i cani masticano e abbaiano, tendiamo a fare cose che sono naturali per noi, anche quando ci mettono nei guai.
Noi esseri umani siamo parte integrante della vita dei nostri cani e non possiamo relazionarci pienamente con loro senza tenere conto delle differenze di specie.
Più ami il tuo cane, più hai bisogno di comprendere il comportamento umano: la buona notizia è che la nostra specie è affascinante come tutte le altre; a volte, dovremmo mostrare agli esseri umani la stessa pazienza e compassione che mostriamo ai cani.